drammaturgia originale Carlo Cuppini
regia Simona Arrighi
con Luisa Bosi, Ilaria Cristini, Maria Caterina Frani, Sandra Garuglieri, Roberto Gioffrè, Matteo Tanganelli
e con Brisa Fuentes Astudillo, Tatjana Gorina, Emanuela Masia, Silvia Moneti, Veronica Rivolta, Trudy Scroppo, Elena Settimelli, Mascia Tofanelli.
assistente alla regia Laura Cupisti
creazione sonora Isabelle Surel
luci Roberto Cafaggini
spazio scenico Alessandro Rabatti
costumi Antonio Musa
ottimizzazione audio Massimo Morelli
coproduzione AttoDue/Murmuris
“Medea/Mayday nasce da un sogno, un vero sogno di un anno fa. Stavamo provando una Medea di Euripide in un teatro francese, freddo e abbastanza polveroso. Ma come in qualunque sogno, non c’era niente di realistico; tutto si confondeva, anche il nome: quella Medée così vicina al grido d’aiuto lanciato dai piloti inglesi durante la Seconda guerra mondiale. Ed ecco allora che la storia terribile dei due mitici amanti diventava la nostra storia, quella di due mondi che non si capiscono: due veri mondi, due continenti fatti da uomini che si usano, si combattono, si amano e si detestano, fino all’annichilimento di entrambi. Non si può rubare il pane e l’identità dei popoli senza scatenare la rivolta. Non c’è futuro per i nostri mondi, non ci sono figli da educare che cambieranno la sorte prevedibile,: quei figli li abbiamo già uccisi ed è inutile cercare di capire di chi è la colpa”.
In questa cerimonia siamo chiamati ad assistere all’epilogo di una tragedia incalcolabile. Ormai tutto è compiuto, e perciò incessante.Ascolta le chiacchiere, le voci di corridoio. Che altro potrebbe accadere?Medea attende Giasone. Siamo nel dopo-storia, vediamo i frammenti di un’architettura che uccide. Uccidere, essere uccisa, ancora, sempre. O soltanto, oziosamente, parlare. Non resta che l’attesa di una schermaglia finale con il massimo spargimento di sangue possibile. Anche se tutto il sangue versabile è già stato versato: quello degli innocenti.Lo senti il rumore del mare?I colpevoli sopravvivono per potersi incontrare un’ultima volta, in questo teatro dove Lei ha convocato spettatori, testimoni, curiosi. Si tratta dei figli, certo. Sono fattacci privati. Ma ora è necessario che i frammenti di questa storia si conficchino sotto la pelle di altre persone.Accomodatevi.C’è un dentro e un fuori. Qui dentro si tifa per la catarsi. Fuori si sgretolano mondi, confliggono popoli, famiglie, fratelli. Si spostano orde di gente senza volto. Senti il rumore dell’avanzata? L’eco delle rivolte arriverà fino a qui. Non puoi fermare le voci. Il sangue di Medea ribolle fino a sdoppiare la sua figura in altre presenze, sovrapposte, gregarie: Medee copie, Medee sorelle, fantasmi, ripetizioni e variazioni di una storia ingovernabile e oscena. Vedremo ciò che resta tra la cenere, attraverso i frantumi di un bicchiere svuotato. Avremo un coro, travestimenti, luci.Avremo la soddisfazione che cerchiamo, mentre intorno la realtà cade.