Vincitore Premio Sipario 2012
testo Francesco Mancini
regia Pier Paolo Pacini
con Roberto Gioffrè e Francesco Mancini
Alfonso Gherardi, ex industriale, è ricoverato …in una casa di cura psichiatrica, convinto di essere Don Chisciotte della Mancia. Le fasi in cui “interpreta” Don Chisciotte si alternano a momenti di lucidità. Sandro Rapetti, suo segretario e factotum quando Gherardi era in sè, lo assiste nella casa di cura, assecondando il suo delirio e interpretando a sua volta il ruolo di Sancho Panza. Due interlocutori assenti, la moglie di Gherardi, che stipendia Rapetti con un secondo fine che si scoprirà ben presto, e il medico che lo cura, a cui Gherardi e Rapetti si rivolgono attraverso monologhi, sviluppano la vicenda attraverso un “fuori” a cui gli spettatori hanno accesso solo parzialmente attraverso i due protagonisti. Tutto sembra procedere come nei piani dei “sani”, ma la fascinazione per la potenza immaginativa di Gherardi e il senso di libertà che gli ispira la finzione come Sancho Panza portano progressivamente Sandro Rapetti a confondere anche egli la realtà con la fantasia e a fare una scelta imprevedibile.
Pier Paolo Pacini
produzione AttoDue