uno spettacolo di e con Simona Arrighi, Alessandra Bedino, Sandra Garuglieri
drammaturgia originale a partire da Euripide, R. M. Rilke, M. Yourcenar
collaborazione al progetto Silvano Panichi, Laura Simi, Alessandro Rabatti, Ilaria Cristini
luci Marco Falai, costumi Antonio Musa, ricerca musicale Serena Belloni Filippi
con il contributo di MIBAC, Regione Toscana, SestoIdee, Comune di Buti, Provincia di Pisa
Tre attrici, attratte dalla tragedia di Alcesti, si scoprono incapaci di ‘rappresentarla’.
Tre donne si specchiano nel mito e, almeno razionalmente, non si riconoscono più.
Non solo le varianti del mito, infatti, moltiplicano gli interrogativi e le interpretazioni possibili, ma la stessa vita contemporanea sembra impedirci di aderire fino in fondo alla ‘fabula Alcesti’. E’ il nostro rapporto con la morte a essere in discussione, è la nostra condizione di ‘sottoproletari dello spirito’ inchiodati a un ‘eterno presente’ a impedirci uno sguardo verso l’eternità e la ‘resurrezione’.
In uno spazio scenico volutamente ristretto e che si va chiudendo sempre più, che diventa tomba, serra da coltivazione intensiva o teca da laboratorio, ogni rappresentazione ‘alta’ dell’amore si fa impossibile, ogni proiezione di se stessi verso l’esterno sembra preclusa. Eppure. Eppure la potenza del mito rimane intatta, proprio perché getta sul nostro presente la consapevolezza di un vuoto, di una mancanza, di un’ombra.
Si ringraziano Luca Camilletti, Dominique Martin, Gianna Gentile, Roberto Cafaggini e Lino Spadaro