di Alessandra Bedino
con Alessandra Bedino e Sandra Garuglieri
musica Matteo Fantoni, collaborazione Paolo Manciocchi e Antonio Musa
Per provare a parlare dell’Unità e della identità nazionale, Sante d’Italia prende spunto dalla prospettiva eccentrica di due emigrate italiane, una veneta e l’altra siciliana, che vivono in Belgio dagli anni ’50 e dal loro rapporto di amicizia conflittuale.
Benché vivano in Belgio fin da bambine, infatti, Agata e Fedora sono profondamente italiane, cioè non sono d’accordo su nulla. Dalla cucina alla lingua fino alla politica difendono ostinatamente e litigiosamente la propria diversità pur senza mai mettere in dubbio la propria sanguigna italianità. Anzi.
“L’unità è che c’abbiamo tante cose in comune da litigare… io e te”, conclude filosoficamente Fedora. Eppure c’è qualcosa che unisce le due protagoniste, qualcosa di profondo, ancestrale, irrazionale: la loro smodata “passione per le Sante”. Le Sante rappresentano la tradizione, certo, ma soprattutto l’infanzia difficile, il sogno, la fantasia, il gioco; abitano uno spazio interiore in cui la religiosità sconfina nel profano, o meglio nel mito.
Ed è questa passione che spinge le due amiche a progettare un rocambolesco ‘viaggio in Italia’ “per andarle a trovare una per una”. Un viaggio che vuole essere speranza di riscatto e affermazione di libertà.